lunedì 25 ottobre 2010

Lo sport è per tutti.. l'abbigliamento sportivo no!

Ciao a tutti!
In queste settimane di pausa, in cui a causa di ristrutturazione della casa o del full-immersion di studio per l'Esame di Stato (speriamo bene...), non rimane molto tempo per l'attività sportiva.
Ovviamente a settembre ho ricominciato, da fedelissima, il mio corso bi-settimanale di aquagym e con mia somma gioia ho scoperto che la nuova istruttrice è una tipa molto tosta, quindi si lavora di brutto!
Invece, le belle uscite di un giorno devono aspettare...ma la mente comunque continua a lavorare.
E così ho deciso di completare questo articolo, la cui idea è rimasta lì in trepida attesa della giusta ispirazione per mesi.
Voglio subito premettere che non scrivo in cerca di compatimento e nemmeno per piangermi addosso, voglio solo farvi partecipe di uno strano paradosso. Ah! Non sono nemmeno una fighetta fissata con la moda!
Veniamo al dunque!
Come sarà capitato anche a voi, per quanto si trattino bene i capi di abbigliamento sportivo e per quanto siano robusti, col tempo tendono inevitabilmente a cedere sotto i colpi delle sciate, nuotate e passeggiate.
E così, naturalmente, ci si reca in un bel negozio sportivo, di quelli che hanno duemila marche e tantissimi capi d'abbigliamento, per acquistare il nuovo capo.
Immaginate la scena.
Matteo ed io entriamo nel negozio sportivo perchè ho necessità di acquistare un paio di pantaloni tecnici da trekking. Ci dirigiamo al reparto dedicato, iniziamo a dare un'occhiata a materiali e prezzi (anche questi ultimi hanno il loro peso). Matteo propone il pantalone numero 1: troppo piccolo, il pantalone n.2 (anche Matteo farebbe fatica a entrare nella XL, figuriamoci io!) troppo piccoli: scartati!, pantalone n. 3 "Se tengo dentro la pancia, non respiro e non mi piego potrei starci".

Primo traguardo raggiunto!



Abbiamo superato le  
1000 visite 
da quando abbiamo iniziato a scrivere!
Grazie a tutti i fedelissimi e a tutti coloro che ci scoprono ogni giorno!
Continuate a seguirci!

venerdì 1 ottobre 2010

A volte non serve andar lontano.

Una domenica mattina di settembre, quando l'aria inizia ad essere frizzantina ed è piacevole restarsene al sole a riscaldarsi, Matteo mi propone di fare un giretto alternativo. Invece di prendere la macchina e inoltrarci nelle vallate orobiche mi propone un itinerario tutto a piedi. Partenza da Casa Franca e arrivo in cima al Monte Canto.
Il Monte Canto, tanto caro ai Sottomontesi, che protegge il paese del Papa dai gelidi venti del nord, propone una serie di sentieri adatti a tutte le tipologie di camminatori e ciclisti. Si passa dalla strada sterrata a bassa pendenza a stretti sentierini. Per la salita, Matteo mi ha proposto la classica strada sterrata (inesistente fino all'arrivo dei boscaioli coi trattori) che si snoda lungo il versante sud in tornanti successivi fino alla loc. Santa Barbara. Da lì dopo esserci rifocillati sul prato abbiamo seguito il sentiero che porta a San Giovanni, e da lì siamo tornati a casa. 
 
DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010
ITINERARIO - Sotto il Monte Giovanni XXIII - Monte Canto loc. Santa Barbara - San Giovanni - Sotto il Monte Giovanni XXIII.
SPORT - Trekking.
DISLIVELLO - Quasi 330 m di dislivello su un percorso totale di 12 km circa tra andata e ritorno.
TIPOLOGIA DI PERCORSO -Ampia strada sterrata che sale a tornanti lungo il versante sud del Monte Canto.
POSSIBILI DIFFICOLTA' - Itinerario tranquillo adatto a tutti.
TEMPO DI SALITA - Due ore comprese le "pause-mora".
PAESAGGIO -  L'occhio può spaziare su tutta la puanira a sud del Monte Canto mentre a nord, se non c'è foschia, è possibile ammirare il gruppo delle Grigne, il Resegone, l'Albenza.